Due notizie, del medesimo tenore negativo, accomunano due colossi (peraltro tra di loro legati da una strana quanto per ora infruttuosa alleanza) alle prese con un difficile riposizionamento nei rispettivi mercati: sto parlando di Barnes & Noble, che ha comunicato ai mercati conti, relativi all’ultimo trimestre, peggiori rispetto alle già non rosee attese e di Microsoft, la quale da parte sua si appresta a cambiare capo; Steve Ballmer è infatti pronto a cedere il timone non appena sarà trovato un adeguato sostituto.
E’ interessante osservare come entrambe le aziende tentino, attraverso i rispettivi uffici stampa, di stemperare la criticità del momento: B&N chiarisce (in verità non del tutto) che, a parziale rettifica di quanto a suo tempo annunciato, non verrà meno il suo impegno nella produzione di hardware (ovvero tablet ed ereader della famiglia Nook) mentre Microsoft precisa che spetterà al nuovo CEO proseguire il difficile percorso intrapreso che sta, di fatto, portando ad uno stravolgimento del business.
Purtroppo bisogna prendere atto che in questi ultimi anni di affannosa rincorsa le due aziende in questione hanno commesso grossolani errori strategici, ad iniziare dalla mancata ricerca di sinergie proprio in fatto di tavolette: è infatti un autentico controsenso che ciascuna produca un suo tablet (se consideriamo che anche Nokia, altra alleata di Microsoft, a breve dovrebbe entrare in questo segmento di mercato non è fuori luogo parlare di autentica dissipazione del capitale societario!) per accaparrarsi quote insignificanti di mercato!
Evidentemente B&N doveva concentrarsi sui soli ereader e Microsoft, dal canto suo, astenersi dal realizzare il suo Surface, affidandosi eventualmente a Nokia come OEM e mettendo a disposizione anche di Barnes & Noble il frutto di questa collaborazione.
Purtroppo si è deciso di rincorrere in ordine sparso la concorrenza (Amazon, Google, Apple) avventurandosi peraltro in terreni dove, per differenti ma precisi motivi, era praticamente impossibile tenere il passo. Apple, sfruttando l’appeal del suo brand, è infatti finora riuscita (stiamo a vedere se rimarrà così anche i futuro, ma prodotti come l’iPad Mini suggeriscono che qualcosa stia cambiando…) a farsi pagare profumatamente i propri gingilli tecnologici, assicurandosi ampi margini di guadagno. A questi ultimi hanno saputo e potuto rinunciare sia Amazon, che non avendo punti vendita fisici ha di conseguenza meno costi (e per contro ha costanti entrate garantite dall’affitto delle sue infrastrutture cloud), sia Google, la quale può contare sui cospicui introiti pubblicitari derivanti dalle ricerche effettuate attraverso il suo motore di ricerca. Insomma, queste ultime due aziende possono permettersi, nello specifico settore editoriale / dei contenuti (nel quale i tablet rappresenta una sorta di cavallo di Troia), margini risicati, cosa che per contro non può assolutamente fare B&N, appesantita dall’enorme catena di punti vendita, né tantomeno Microsoft, spiazzata dal declino del tradizionale modello di vendita dei propri sistemi operativi e software, i quali perdono progressivamente terreno nel nuovo mondo della navigazione / produttività in mobilità (che avviene su SO iOS ed Android).
Anzi, il gap è probabilmente destinato ad ampliarsi: difatti mentre B&N e Microsoft inseguono (ma anche Nokia e Blackberry, quest’ultima secondo rumor di nuovo a serio rischio di acquisizione, si trovano nella medesima situazione!) la concorrenza continua ad allungare il passo. Amazon, per garantire l’accesso e di conseguenza la possibilità di acquisto dei suoi contenuti (oltre che per ampliare la platea dei clienti), ha allo studio una rete wireless via satellite e medesimi obiettivi li stanno perseguendo Google, nello specifico attraverso avveniristici palloni aerostatici, e Facebook.
Il problema di fondo risiede dunque, al netto di eventuali luccicanti flagship store (utili soprattutto per rafforzare il marchio e fidelizzare i clienti), nella zavorra rappresentata da una originaria strutturazione aziendale di tipo brick & mortar; liberarsi di questa zavorra è operazione difficile e dolorosa ma nondimeno necessaria in quanto, aspetto di non secondaria importanza, impatta probabilmente in modo negativo nella cultura aziendale complessiva.
Insomma, il compito di Barnes & Noble, ed in generale della pattuglia delle inseguitrici, si presenta più difficile che mai ed impone un mutamento strutturale e non solo di facciata.
28 Ago
Barnes & Noble, un declino inarrestabile?
Posted agosto 28, 2013 by Simone Vettore in Uncategorized. Tagged: Amazon, Barnes & Noble, editoria digitale, ereader, Microsoft, tablet. 1 commento
Posted by Perché Kindle MatchBook rischia di svalutare l’ebook (ma di fare la fortuna di Amazon) | Memoria digitale on settembre 8, 2013 at 3:37 PM
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