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Tablet ed eReader avanti a braccetto

Alice & Andy iPad ebook

Alice & Andy iPad ebook; foto Science Office

I dati rilasciati da IDC alcuni giorni orsono circa l’andamento del mercato di tavolette ed eReader a livello globale contengono alcune conferme ma anche molte sorprese; la prima conferma è che l’iPad continua ad essere il dominatore assoluto del mercato dei tablet con una quota del 68,3%, addirittura in salita rispetto al 65,7% della precedente rilevazione; la seconda conferma è che alla concorrenza restano le briciole: il PlayBook di RIM si deve accontentare del 4,9% ed il TouchPad di HP, in attesa che l’azienda decida che vuol farsene della divisione PC, del 4,7% ma solo perché negli Stati Uniti viene svenduto a 99$, come gli eReader di fascia bassa. E’ proprio da quest’ultimo settore che provengono le maggiori sorprese: nonostante le consegne di tablet siano cresciute dell’88,9% rispetto alla precedente rilevazione e la performance anno su anno sia a dir poco strabiliante (+ 303,8%; e le previsioni per la parte finale dell’anno sono ulteriormente al rialzo!), ciò non sembra andar a discapito degli eReader i quali, nonostante un calo congiunturale del 9% (attribuito a motivi stagionali), possono ugualmente vantare una crescita rispetto al 2010 del 167% (anche in questo caso le previsioni per la rimanente parte dell’anno sono per un ulteriore aumento)! Pure qui c’è un chiaro leader del mercato, vale a dire Amazon con il suo Kindle, anche se le percentuali non sono bulgare come nel caso dell’iPad. Il lettore della casa di Seattle infatti detiene il 51,7% del mercato, ma il Nook di Barnes & Noble con il 21,2% fa la sua onesta figura. Insomma sembra proprio che tablet ed eBook Reader non si stiano scannando a vicenda, come temuto da alcuni, ma che a farne le spese siano altri dispositivi, netbook su tutti. Certo, in valori assoluti le tavolette, dall’alto dei 62,5 milioni di pezzi che si stima saranno venduti entro l’anno, staccano nettamente gli eReader che si fermeranno, si fa per dire, a 27 milioni di unità ma considerate assieme si arriverà a sfiorare la ragguardevole cifra di 90 milioni! Ovviamente questo è il punto cruciale della questione in quanto la presenza di una adeguata base di dispositivi di lettura è la conditio sine qua non per il decollo degli eBook!
In tal senso il Natale 2011 potrebbe sancire anche in Europa il definitivo decollo del libro digitale dopo aver assistito lo scorso anno, nonostante i roboanti proclami, ad una falsa partenza: troppo pochi a mio avviso erano i lettori in circolazione ed ancor meno (specie in Italia) i titoli disponibili a catalogo. Oggi, a distanza di un anno, i motivi di ottimismo per l’andamento dello shopping natalizio sembrano essere maggiormente fondati: da una parte si ritiene che il nuovo reader di Amazon riuscirà a fare il botto di vendite, dall’altra che la sua apparizione, innalzando d’un sol colpo il livello di quelle che sono le caratteristiche tecniche “minime” degli eReader (schermo a colori e multitouch, funzionalità varie, etc.), metterà fuori mercato gran parte della concorrenza (Nook Color a parte). Di conseguenza i rivenditori si troveranno a dover eliminare le scorte a magazzino di eReader in bianco e nero, vendendoli a prezzi allettanti (sotto i 100 dollari), il che darà un’ulteriore spinta alle vendite complessive! Considerando poi che questi nuovi possessori potranno attingere a cataloghi che nel frattempo si sono ulteriormente arricchiti, è verosimile che almeno per il settore dell’editoria digitale (inteso qui in senso lato) le prospettive prossimo future siano positive!

PS In un mio recente post affermavo che, dovendo scegliere tra tablet ed eReader, diversamente da quanto avrei fatto un anno fa non avrei avuto alcun dubbio, puntando tutto sulla tavoletta; la precisazione fatta da IDC nel comunicato stampa che è stato alla base di questo articolo, ovvero che essa considererà il prossimo dispositivo di Amazon come un eReader in quanto, in base alle indiscrezioni in suo possesso è molto più avvicinabile al Nook che all’iPad2, non modifica la mia opinione a riguardo poiché IDC stessa riconosce che la nuova generazione di lettori di eBook sarà nettamente più performante rispetto alla precedente, ed in questo senso la categoria nel suo complesso si avvicinerà come caratteristiche alle tavolette. Sorvolando ora sul fatto se sia in atto una convergenza (magari sarà l’oggetto di un futuro post!), dico solo che ipotizzando per il nuovo lettore di Amazon un posizionamento su una fascia di prezzo analoga al suo principale avversario, il Nook Color, ovvero sui 200 euro, dovrà possedere davvero numerose funzionalità per trattenermi dallo spendere qualche centinaio di euro in più ma avere un dispositivo di tutt’altro livello!

Le implicazioni (anche archivistiche) del trionfo del tablet

Cloud computing (foto benoden)

Nel giorno in cui in Italia l’asta per le frequenze 4G parte in tono minore, un post apparso sul blog dell’analista di Forrester Sarah Rotman Epps fa discutere blogger e commentatori di mezzo mondo. In esso l’autrice, in breve, sostiene che il tablet di Amazon non solo ci sarà (inizi ottobre la data di lancio stimata) ma sarà anche venduto nella bellezza di 3-5 milioni di pezzi nel solo ultimo trimestre del 2011! Insomma, Rotman Epps si è sbilanciata e non di poco, ma a rinforzare le sue previsioni sono le seguenti considerazioni:
1) diversamente da Apple, la maggior parte dei profitti di Amazon non provengono ancora dall’hardware e pertanto su questo terreno l’azienda di Seattle può dar battaglia (il prezzo, contenuto entro i 300 dollari, dovrebbe a tal riguardo essere un ottimo incentivo all’acquisto)
2) Amazon potrà sfruttare le potenzialità di crescita di Android Honeycomb, sistema operativo sul quale si baserà la nuova tavoletta
3) Amazon ha dalla sua anni di esperienza nella vendita di contenuti e soprattutto un’infrastruttura cloud da far invidia, tale da renderla l’unica azienda capace di lanciare con successo la sfida ad Apple, dopo che molti ci hanno tentato invano (RIM, Samsung, HP – che forse però sta ripensando sulla scelta di mollare tutta la divisione PSG).
Personalmente le considerazioni di primo acchito che ho fatto leggendo questo interessante post sono state:
1) qui stiamo parlando di aria fritta, non avendo Amazon finora MAI, nemmeno implicitamente, ammesso di essere al lavoro su un tablet; d’accordo, mi si potrà obiettare che Apple ci ha costruito le sue campagne mediatiche sull’attesa, ma qui non è uscito nulla di nulla, nemmeno la minima indiscrezione tecnica o una foto rubata, come di solito avviene!
2) ammesso e concesso che la tavoletta made in Seattle si faccia (mai dire mai, intendiamoci), lo sbarco su Android sarebbe una benedizione; troppo chiuso, come scritto in precedenti post, il software del Kindle (anche se la recente presentazione di Kindle Cloud Reader, basato su un mix di HTML5 e cloud, forse testimonia un’inversione di rotta)!
3) in ogni caso stiamo facendo i conti senza l’oste, in quanto ci si dimentica completamente di Google; l’azienda di Mountain View ha al pari di Amazon una struttura cloud formidabile e la suite Google Docs, giusto per fare un esempio, trova la sua ragion d’essere se usata in mobilità; dunque, pur riconoscendo i passi falsi compiuti con il Nexus One e probabilmente anche con il Chromebook (non ci sono ancora dati ufficiali ma la sensazione, leggendo nella Rete, è che dopo un’accoglienza discreta, l’interesse sia rapidamente scemato), non si può non pensare che la recente acquisizione di Motorola non porterà alla realizzazione di un tablet.
Questi, dunque, i miei primi pensieri finché leggevo il post di Rotman Epps; dopo una fisiologica metabolizzazione sono però giunto a quello che è il vero nocciolo del problema: se ancora ad inizio anno discettavo su “Tablet VS eReader” oggi un simile discorso sarebbe chiuso in partenza: tablet tutta la vita, e non solo perché HP sta svendendo i suoi TouchPad ad un prezzo inferiore a molti e-reader!
Il punto è che il tablet svolge, nel bene e nel male, una centralità nelle scelte strategiche dei colossi dell’informatica che gli e-reader semplicemente non hanno mai avuto né mai avranno. Tale centralità discende dalla preferenza che verrà loro accordata, in virtù della loro versatilità e “mobilità”, dal singolo utilizzatore, vuoi in quanto privato cittadino vuoi in quanto appartenente ad un’organizzazione più complessa.
Né è difficile scorgere, sullo sfondo del trionfo prossimo venturo del tablet, trionfo che beninteso sarà relativo in quanto altri dispositivi saranno sempre presenti e che andrà a braccetto con quello del cloud computing, le importanti implicazioni archivistiche.
Il tablet infatti, proprio per così come è concepito, farà apparire conveniente ai suoi utilizzatori (si tratti dello studente, del businessman oppure ancora del dirigente della Pubblica Amministrazione) scrivere, leggere, creare, commentare, archiviare, etc. sulla nuvola. La tavoletta, con la sua linea minimale ed accattivante, sarà in buona sostanza un formidabile “cavallo di Troia” per la realizzazione di quello scenario in cui le nostre esistenze saranno “digitali” e noi stessi always on.

PS La versione su Storify di questo post è al seguente indirizzo: http://storify.com/memoriadigitale/le-implicazioni-anche-archivistiche-del-trionfo-de.

To tablet or not to tablet?

Tablet ante litteram

La tavoletta conservata presso il Museo dell'Archeologia Subacquea di Bodrum

Questo post risente chiaramente del clima pienamente Ferragostano nel quale esso viene scritto non solo per il caldo torrido che caratterizza questo scampolo di estate ma anche perché l’input principale alla sua concezione deriva direttamente da un oggetto nel quale mi sono imbattuto nel corso delle mie (relativamente) meritate ferie.
Si dà infatti il caso che presso il Museo di Archeologia Subacquea di Bodrum (l’antica Alicarnasso) sia conservata una tavoletta scrittoria, una sorta di tablet ante litteram, che effettivamente affascina per la somiglianza esteriore con alcuni dei tablet che, pedissequamente ricalcati sulla forma del libro, venivano proposti fino a qualche anno fa (mi riferisco in particolare al poi abortito Microsoft Courier), cioè almeno sino a quando Apple ha imposto con l’iPad la standard de facto delle tavolette a “piatto unico”.
Il “tablet” conservato presso il museo di Bodrum è simile in tutto e per tutto a quelli descritti in molti manuali: le due tavolette lignee scavate, legate assieme attraverso una sorta di “cerniera” ossea (spesso avorio finemente intarsiato), venivano riempite di cera sulla quale, una volta che quest’ultima si era raffreddata, si potevano scrivere brevi testi. Insomma si trattava, al pari delle tavolette odierne, di strumenti flessibili, portatili e di uso quotidiano (in particolare sembra venissero usate a fini didattici).
Torno dunque dalle ferie pensando a come, pur con le ovvie differenze, si possa ravvisare una continuità, oserei dire una path dependence millenaria, tra le tavolette d’allora e quelle d’oggigiorno, sennonché apprendo che il colosso HP, a poco più di un anno dall’acquisizione della gloriosa ma decaduta Palm, che – giusto per restare in ambito greco-antico – avrebbe dovuto fungere da cavallo di Troia per entrare nel mondo degli smartphone e delle tavolette, sta valutando la cessione o scissione (spin-off) della divisione PC per focalizzarsi sulla fornitura dei servizi. Contestualmente l’azienda di Palo Alto inizia a svendere letteralmente sottocosto (99,99 $) il proprio TouchPad lanciato ad inizio luglio ad un prezzo di circa 300 dollari maggiore. Si tratta di un drastica inversione di rotta che i vari analisti hanno spiegato con un insieme di motivazioni tra le quali: 1) l’utile per azione non è in linea con le attese degli azionisti, per cui si è reso necessario effettuare tagli 2) in definitiva HP fa quello fatto anni orsono da IBM, allorquando aveva ceduto la propria divisione computer a Lenovo per puntare tutto sui servizi, che in futuro sempre più verranno erogati in modalità cloud computing 3) HP ha realisticamente ammesso lo strapotere di Apple rinunciando alla battaglia (e di investire ancora soldi invano).
A mio modestissimo parere si tratta di una decisione prematura in quanto, come in parte già scritto nel mio “Archivi e biblioteche tra le nuvole” (perdonate l’autocitazione) nel momento in cui descrivevo la strategia di HP nel cloud, se è vero che i servizi sulla nuvola saranno il futuro (inclusi quelli di natura “documentaria e libraria”), con questa scelta ci si priva irreversibilmente di una gamba che in linea di principio avrebbe potuto facilitare la penetrazione di quei servizi che l’azienda californiana intende fornire (si pensi a riguardo al ruolo di supporto reciproco svolto per Amazon dal Kindle nella diffusione degli e-book e dagli e-book nella diffusione dell’e-reader dell’azienda di Seattle); tanto più che Palm nonostante tutto poteva ancora godere rispetto ai competitor dell’appeal di un marchio che ha fatto la storia della tecnologia. Dopo quello della Mela, of course.

La versione storyfizzata di questo post è al seguente indirizzo: http://storify.com/memoriadigitale/to-tablet-or-not-top-tablet.