Microsoft e Barnes & Noble: la strana alleanza

Barnes & Noble eReader Software Coming to iPad

Barnes & Noble eReader Software Coming to iPad di John Federico, su Flickr

La notizia dell’alleanza stipulata tra Microsoft e Barnes & Noble, con la prima azienda che investirà 300 milioni di dollari in una nuova sussidiaria appositamente creata dalla seconda e destinata ad operare nel mercato dell’editoria digitale (con una particolare attenzione, almeno stando al comunicato stampa congiunto, per quella scolastica) mi ha praticamente fatto sobbalzare dalla sedia per le probabili ripercussioni (peraltro non evidenziate dai giornali mainstream, sempre più occupati a fare da mera cassa di risonanza ai vari uffici stampa) che essa avrà nel sistema di alleanze attualmente in essere nel settore dell’editoria digitale.
Questo mercato, come noto, vede attualmente a livello globale la presenza di tre attori (Amazon, Apple e Google) che si spartiscono la maggior parte della torta: che Microsoft non intenda lasciar campo libero ai concorrenti è del tutto comprensibile (peraltro ricordo che il gigante di Redmond ancora nel lontano 2008, prima di Apple, sembrava sul punto di lanciare sul mercato il booklet Courier) così come è quasi automatico che essa abbia individuato in Barnes & Noble, che con il suo Nook sta facendo discrete cose, il partner ideale.
Allo stesso tempo però non sfuggono ad una più attenta analisi delle incongruenze talmente macroscopiche che mi hanno spinto a definire, come da titolo di questo post, questa alleanza “strana”.
La prima incongruenza deriva dal fatto che Microsoft, come risaputo, ha stipulato circa un anno fa un’accordo con Nokia a seguito del quale l’azienda finlandese ha abbandonato il proprio sistema operativo Symbian per sposare Windows Phone 7 e tentare di risalire la china nel decisivo settore degli smartphone; l’operazione non sta andando secondo le aspettative al punto che Nokia ha perso il primato di primo produttore mondiale di telefonia in favore di Samsung ed ha visto un deciso peggioramento dei suoi conti al punto che i rumour su un takeover da parte di Microsoft nei confronti di Nokia (o quanto meno di un consistente scambio azionario) si sono fatti insistenti. Personalmente trovo questa ipotesi più che plausibile dal momento che la società fondata da Bill Gates si ritrova in cassa parecchi quattrini e soprattutto l’attuale CEO, Steve Ballmer, non ha paura di spenderli (i tentativi di acquisizione di Yahoo! lo testimoniano ampiamente).
In questo senso l’investimento nella NewCo di B&N è a tutti gli effetti di poco conto (giusto per fare un paragone, i 300 milioni di dollari in ballo sono bruscolini in confronto ai 44,6 miliardi rifiutati nel 2008 da Jerry Yang) e rischia da un lato di non essere incisivo quanto basta e dall’altro di portare ad una duplicazione che ingenera solo confusione e sprechi. Un primo punto critico è quello del tablet: al Mobile World Congress Stephen Elop, CEO di Nokia, ha fatto intuire che la sua azienda prima o dopo produrrà una tavoletta che evidentemente avrà Windows Phone (o quello che sarà il suo successore) come sistema operativo. Mi chiedo a quale logica risponda ora l’accasarsi con Barnes & Noble, i cui device della famiglia Nook montano tutti SO Android.
E’ ipotizzabile che B&N stia preparando il terreno per l’abbandono di Android (tanto più ora che Google, passo dopo passo, si sta trasformando in un competitor su tutti i fronti)? Certamente sì, tutto è possibile, ma c’è da domandarsi come la prenderanno gli utenti di Barnes & Noble! Android oramai costituisce il più diffuso sistema operativo al mondo ed il suo ecosistema non ha più nulla da invidiare a quello di Apple; al contrario quello di Microsoft oltre a contare percentualmente davvero poco non esercita neppure alcun particolare appeal, motivo per cui le stime di molti analisti, che accreditano a Windows Phone da qui a pochi anni quote rilevanti del mercato, mi sembrano palesemente ottimistiche.
L’ultimo aspetto dell’accordo che non mi ispira fiducia è quel riferimento specifico all’editoria scolastica: perché focalizzarsi solo su quest’ultima? Mancano forse i mezzi per puntare sull’editoria tout court? Viste le aziende in campo non era lecito attendersi l’annuncio di un accordo di carattere generale e, in prospettiva, su scala globale?
In altri termini considerando come, ciascuna per motivi diversi, Microsoft, Barnes & Noble e Nokia svolgono un ruolo da comprimarie nei rispettivi mercati, credo sarebbe stato meglio cercare di rovesciare il tavolo giocandosi il tutto per tutto, vale a dire annunciando un’alleanza globale a tre nella quale Microsoft metteva il software, Nokia l’hardware e Barnes & Noble i contenuti. Solo così facendo queste tre aziende possono tentare di invertire quell’inerzia che altrimenti, a mio avviso, rischia di vederle nel medio – lungo periodo soccombenti. Fermo restando che non necessariamente l’unione fa la forza: spesso i numeri due restano i numeri due anche quando si uniscono.

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One response to this post.

  1. […] tenore negativo, accomunano due colossi (peraltro tra di loro legati da una strana quanto per ora infruttuosa alleanza) alle prese con un difficile riposizionamento nei rispettivi mercati: sto parlando di Barnes & […]

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