Delle due l’una: o chi esegue i sondaggi ha preso un granchio oppure le persone intervistate dicono quel che vogliono!
Già, perché il senso di disorientamento è notevole almeno a leggere i risultati di due diverse ricerche apparsi a distanza di poche ore sui siti online dei principali quotidiani nazionali.
Da una parte Alessia Rastelli che dalle colonne virtuali del Corriere.it cita i dati di una ricerca di A. T. Kearney (presentati in occasione dell’anno di vita di Bookrepublic.it) secondo il quale entro gennaio 2012 si venderanno un milione e mezzo di e-book, una cifra venti volte superiore a quanto fatto nel 2010, dall’altra il CENSIS, che nel suo “9° rapporto CENSIS /Ucsi sulla comunicazione” fotografa per l’e-book una situazione addirittura di regresso (e non di “mancato sfondamento” come sostenuto da qualche commentatore); in particolare in Tabella 1 “L’evoluzione del consumo dei media: l’utenza complessiva” si evidenzia come rispetto al 2,4% di fruitori nel 2009 si sia passati all’1,7%, con un saldo dunque negativo dello 0,7% (cifre peraltro lontanissime dal 10% circa degli Stati Uniti)!
D’accordo, il primo sondaggio parla di vendita di titoli ed il secondo di utilizzatori, quindi in linea teorica è possibile che l'(indiscutibile) accresciuta disponibilità di titoli possa tradursi in una crescita complessiva del “volume” di e-book pur in una generale stagnazione del numero di utilizzatori (soprattutto essendo questi ultimi “tecnofan” e/o grandi lettori), ma la cosa mi sembra molto improbabile in presenza di un loro regresso! Un minimo di correlazione dovrebbe pur esserci!
Questi dati, in particolare quelli del sondaggio CENSIS, offrono lo spunto per un’ulteriore riflessione: in Italia non sono ancora stati rimossi tutti quegli ostacoli che si frappongono al decollo del digitale, ovvero alfabetizzazione informatica, presenza di un’adeguata infrastruttura di tlc (fissa e mobile), penetrazione di Internet (per la prima volta abbiamo superato il 50%, ma siamo sempre lontani dalla media UE), rilevanza dell’e-commerce, ricorso alle nuove tecnologie da parte delle Pubbliche Amministrazioni, etc. Tutti aspetti già rilevati nel mio “Archivi e biblioteche tra le nuvole” (perdonatemi l’autoreferenzialità) e che mi spingono a sostenere che oggi come un decennio fa ci troviamo, come sosteneva Michele Santoro in un suo famoso saggio, ancora “a metà del guado”.
PS Per la versione “storyfizzata” di questo post, cliccate qui.
Posted by Occhi puntati su Francoforte « Memoria digitale on ottobre 11, 2011 at 9:45 PM
[…] stati infatti presentati i dati aggiornati di un’indagine di A.T. Kearney / BookRepublic che avevo a suo tempo commentato. Oggi come allora ho trovato quei dati, una volta incrociati con gli altri disponibili, […]