E-book in Italia, l’incertezza continua

Samsung eBook Reader with a paperback book

Samsung eBook Reader with a paperback book di umpportal.com

I tanto attesi dati definitivi sull’editoria e sull’ebook in Italia nel 2010, attesi soprattutto perché quelli forniti dall’AIE possono a buon diritto essere considerati come “ufficiali”, non hanno contribuito a fare quella chiarezza che ci si attendeva. In generale torna il segno positivo (+ 0,3%) ed aumentano i lettori (come evidenziato tempo fa anche dall’ISTAT), ma calano numero di nuovi titoli e tirature medie, risultati che in considerazione della crisi in atto possono essere anche accolti con moderata soddisfazione.
La cosa preoccupante è che l’ebook, come peraltro ampiamente percepito senza il bisogno di raffinate indagini, non cresce come dovrebbe fermandosi allo 0,04% (lontano da quell’1% indicato l’anno scorso proprio di questi tempi come obiettivo a portata di mano). Nel suo intervento Marco Polillo, presidente AIE, ha giustamente ricordato come non aiuti l’IVA (salita, contro ogni logica, al 21%) così come il costo dei principali dispositivi di lettura si mantenga elevato, ma non vengono affrontati a mio avviso quei nodi cruciali che ho elencato nel mio post di ieri: portabilità, necessità di omogeneizzazione su un unico standard, niente DRM, niente frammentazione dei titoli tra i vari online bookshop (le vendite di questi ultimi sono in aumento ed è una cosa positiva in quanto sarà attraverso tali canali che il libro elettronico verrà principalmente commercializzato), appoggiarsi a biblioteche pubbliche e sistema scolastico in quanto strutture radicate tra la gente capaci di far conoscere a tutti l’ebook (a proposito, si legga questo articolo apparso oggi e che conferma con dovizia di dati quanto ieri sostenevo, pur basandomi su altre fonti, ovvero il ruolo di volano che public libraries e sistema educativo stanno svolgendo negli Stati Uniti nella diffusione del libro digitale).
Insomma leve sulle quali agire per ottenere un cambio di marcia ci sono, certo l’incertezza sul futuro dev’essere tanta se è vero che l’AIE, ed in particolare Polillo nel suo intervento, ben si guardano da fare stime sul futuro prossimo venturo (ci si limita infatti solo a dire che il numero di titoli crescerà). Evidentemente la paura di restare scottati è tanta.

La consueta versione su Storify è puntualmente corredata dai documenti cui ho fatto cenno in questo post e che invito tutti a leggere.

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One response to this post.

  1. […] immaturità del mercato italiano non solo e non tanto in fatto di penetrazione dell’ebook (il Rapporto AIE 2011 lo indicava fermo allo 0,04% seppur con trend positivo) ma in generale dell’economia digitale: negli Stati Uniti per il […]

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