Mentre in Italia ci balocchiamo con la PEC, Gartner “sdogana” GMail come valido strumento enterprise; per quanto questa cloud mail patisca ancora di alcune zone d’ombra in fatto di continuità, trasparenza e conformità alla legge, la crescita numerica degli utilizzatori testimonia la capacità di penetrare il mercato da parte dell’azienda di Mountain View. Ovviamente la messa in circolazione dei vari dispositivi mobili è la premessa indispensabile per far sì che il sistema di posta elettronica di Google possa decollare del tutto, ma gli elementi a disposizione lasciano presupporre che sia solo una questione di tempo.
Quanto avviene Oltreoceano stride nettamente con quanto stiamo facendo in Italia con la PEC (Posta Elettronica Certificata): quest’ultima ha certamente alcuni pregi, ma presenta innegabilmente pure molti difetti che a mio avviso potrebbero sancirne il declino nel giro di breve tempo. In primo luogo è riconosciuta solo nel nostro paese e finora nessun’altro mi risulta abbia dimostrato interesse ad “entrare nel club” (si parla di REM, ok, ma mi sembra stia stagnando all’ETSI da un po’ troppo tempo); in secondo luogo non è immediatamente leggibile da parte dei principali smartphone e tablet (tanto gli iPhone quanto i BlackBerry, e quindi pure iPad e PlayBook che ne condividono il sistema operativo, non riescono neppure ad aprire i file tipo .eml) a meno che non si utilizzi Outlook Mobile; peccato che Microsoft non vada esattamente per la maggiore nel settore dei sistemi operativi mobili (stiamo a vedere con Windows Phone 7)! Ve lo vedete il manager a dover fare ottomila passaggi per mandare una mail certificata? Il punto, e questo è il terzo aspetto, è che la PEC è vista da quasi tutti come una grande seccatura, l’ennesimo obbligo (con relativo esborso) imposto da uno Stato che dal canto suo non si adegua completamente e nemmeno riesce a sfruttarne appieno le potenzialità (anche per le indubbie criticità incontrate nella sua applicazione all’interno della PA e per le varie interpretazioni legislative che hanno ulteriormente complicato l’argomento). Insomma, se non proprio gli aspetti tecnico-giuridici, potrebbe essere il mancato feeling con gli utilizzatori a decretarne la precoce fine.
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