Nel corso dell’E-book Lab Italia (Rimini, 3-5 marzo 2011) si è parlato, tra le tante cose, di prestito di e-book e relativi modelli di business.
In sostanza Simplicissimus BookFarm ha annunciato che a breve dalla sua piattaforma si potranno prendere a prestito per brevi periodi (24 ore, 1 settimana) e-book (protetti con drm a tempo) ad un prezzo medio di 99 centesimi; questo sistema, si suggerisce, potrebbe poi essere fatto proprio dalle biblioteche.
Similmente afferma di volersi muovere Edigita, appoggiandosi a MediaLibrary, che come noto ha già in essere precisi accordi con le biblioteche.
Ora, sorvolando sull’inopportuna definizione di “prestito di e-book” quando poi si chiedono soldi per tale servizio, capisco che il sistema dei micropagamenti è già stato affinato (iTunes docet) e che dal punto di vista psicologico acquisti così parcellizzati (il prezzo medio, come già detto, è inferiore all’euro) possono spingere ad effettuare molteplici transazioni, ma personalmente non vedo il senso di pagare per prendere a prestito un libro del quale potrei aver voglia/bisogno di rileggere un determinato passaggio. Un libro non è un dvd! Mi si può allora obiettare che, qualora dovessero subentrare nel prestito come intermediarie le biblioteche, il lettore / utente finale non sborserebbe nulla di tasca propria e su questo posso anche concordare.
Il punto però è che alcuni editori chiaramente mirano a by-passare il circuito delle biblioteche, ma in tal caso si torna all’ipotesi di cui sopra: solo in certi specifici casi pagherei per un libro a prestito e dunque per gli editori la vedo dura (essendo la quasi totale gratuità un punto di forza del “servizio bibliotecario” ). Per concludere dal punto di vista delle relazione biblioteche – editori poi è tutto da verificare che alle prime convenga questa formula dei micropagamenti e del pay-per-use: sicuri che non sarebbe meglio un bel piano flat?
5 Mar