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Le conseguenze librarie del trionfo del tablet

Mrs. Duffee Seated on a Striped Sofa, Reading Her Kindle, After Mary Cassatt

Mrs. Duffee Seated on a Striped Sofa, Reading Her Kindle, After Mary Cassatt di Mike Licht, NotionsCapital.com, su Flickr

In tempi non sospetti avevo espresso la mia convinzione che nel giro di alcune generazioni “tecnologiche” i tablet avrebbero messo alle strette gli e-book reader e che questo processo sarebbe proceduto parallelamente a quello della convergenza tra queste due classi di dispositivi; un recente sondaggio, commissionato da BISG (Book Industry Study Group, etichetta dietro alla quale stanno le principali realtà statunitensi legate al libro: case editrici, university press, retailer, etc.) e realizzato sul campo da Bowker su un cospicuo campione di cittadini statunitensi, ha evidenziato come nel giro di appena sei mesi sia significativamente cambiato l’atteggiamento verso i tablet: se ad agosto 2011 la percentuale di coloro che affermavano di preferire dispositivi dedicati alla lettura (leggasi ebook reader) erano il 72%, a febbraio 2012 tale quota era scesa al 58% mentre i lettori che hanno manifestato la loro predilezione per i tablet sono cresciuti dal 13 al 24%.
Le cause di questo mutamento sono molteplici: una, fondamentale, la evidenzia lo stesso studio ed è rappresentata dalla commercializzazione del Kindle Fire, la tavoletta low cost di Amazon che ha, dal punto di vista economico, evidentemente fatto cambiare idea a molti aspiranti acquirenti. Altri motivi sono a mio avviso i miglioramenti nella definizione degli schermi a retroilluminazione (per quanto i vantaggi dell’e-ink risultino ancora evidenti), la consapevolezza diffusa che con un tablet si possono fare molte più cose rispetto agli ereader (e questo nonostante la citata “convergenza” la quale riguarda l’interfaccia touch, la presenza di colori, la possibilità di navigare in Internet e di leggere email) e non da ultimo il fatto che possedere uno di questi dispositivi rappresenti oggigiorno una sorta di status symbol.
Ma al di là dei numeri c’è da chiedersi se e come questa standardizzazione sul tablet come principale dispositivo di lettura modificherà l’evoluzione futura del libro digitale. In termini generali c’è da aspettarsi una crescita nel livello di multimedialità: così come avviene nelle pagine web la parte testuale non sarà più necessariamente preponderante ma probabilmente risulterà “annegata” tra immagini, filmati, infografiche, etc. In particolare trovo affascinante l’ipotesi che, dal momento che i nuovi schermi ad alta definizione (come il retina display) consentono di apprezzare anche i dettagli e che i costi di riproduzione nel digitale sono tendenti a zero (laddove la stampa a colori su carta ha ancora un’incidenza elevata nelle edizioni di pregio), si possa assistere ad una sorta di revival della miniatura, magari in chiave underground o neogothic alla Mark Ryden! Non escludo, in altri termini, che come il libro antico costituiva l’esito del lavoro dello scrittore, del legatore e del miniatore allo stesso modo l’ebook possa essere un concentrato di molteplici creatività (dello scrittore, of course, ma anche del grafico, del video-maker, etc.).
In sostanza con il trionfo del tablet saremo testimoni di una “multimedializzazione” del libro, il che se da un lato consentirà nuove forme di sperimentazione e di approdare a risultati nuovi (ma che, come visto, per certi versi potrebbero essere una sorta di ritorno), dall’altro ci farà allontanare una volta di più dal libro così come siamo stati abituati a conoscerlo.
In questo quadro di dirompenti trasformazioni va notato come, oggi come in passato, i ritmi del cambiamento siano dettati in primo luogo dall’avanzamento tecnologico e dalle nuove possibilità creative che da esso discendono.